Cure palliative, l’Ogliastra al centro del dibattito nazionale
Il convegno andato in scena a Tortolì il 15 e il 16 dicembre è servito per fare il punto sulle terapie di accompagnamento al fine vita.
Per due giorni l’Ogliastra è stata al centro del dibattito nazionale sul delicato tema delle cure palliative. Nelle giornate del 15 e 16 dicembre l’hotel La Bitta di Porto Frailis ha ospitato il convegno “Riflessioni assistenziali sulle cure palliative”, con la presenza di alcuni tra gli esponenti più importanti del panorama italiano, come Gino Gobber, presidente della società italiana cure palliative, Sebastiano Mercadante, direttore del centro riferimento delle cure palliative della regione Sicilia e del dipartimento oncologico della clinica La Maddalena di Palermo (considerato uno tra i più influenti palliativisti italiani), e Giuliano Brunori, professore associato di Nefrologia della scuola di Medicina dell’università di Trento e direttore dell’unità operativa nefrologia ed emodialisi multizonale – Trento.
Una grande occasione di confronto e di dibattito resa possibile grazie all’organizzazione messa in campo dalla Asl Ogliastra e all’opera del responsabile scientifico, Salvatore Sinatra, direttore della struttura complessa Cure palliative dell’azienda socio-sanitaria ogliastrina: «Eventi come questo, oltre ad essere una grande opportunità di confronto, rappresentano anche un ottimo modo per far conoscere le cure palliative – spiega Sinatra – attraverso il messaggio che può essere veicolato dagli operatori sanitari, si può portare a conoscenza delle persone l’esistenza di questo tipo di trattamenti, purtroppo non sempre noti a tutti».
Davanti ad una sala convegni gremita di professionisti, gli interventi di Gobber, Mercadante e Brunori hanno permesso di scattare una fotografia molto precisa della situazione italiana e sarda sullo stato di queste terapie: i possibili modelli di organizzazione, le best practice da utilizzare come paradigma, la necessità di accelerare la costruzione di reti locali. Tra gli altri temi toccati, anche l’importanza di migliorare la comunicazione medico-paziente, in una fase delicatissima come quella dell’accompagnamento del malato verso il fine vita. In questo senso, sono stati molto significativi gli interventi di Salvatore Salis, direttore dell’hospice di Nuoro e di Maria Cristina Deidda, oncologa e palliativista dell’ ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari, che hanno presentato in maniera efficace e coinvolgente le loro esperienze di lavoro e il loro approccio all’applicazione di questi speciali trattamenti. Molto atteso l’intervento del vescovo delle diocesi di Nuoro e Lanusei, monsignor Antonello Mura, che ha messo in evidenza l’importanza delle cure palliative. «Un malato per essere accompagnato ad una morte serena e umana, deve sapere di avere a disposizione anche questa opzione – osserva Mura – bisogna rendere queste cure veramente accessibili a tutti. L’attualità ci ha presentato il primo caso in Italia in cui è stato reso possibile il suicidio assistito, ma questa non deve essere l’unica via. Libertà di scelta significa anche avere la consapevolezza di poter prendere altre strade, ma oggi non si può dire che tutti siano consapevoli di avere più alternative».
A chiudere i lavori, l’intervento di un altro relatore eccellente, Gabriele Finco, professore ordinario di anestesiologia, medicina intensiva e terapia del dolore dell’università di Cagliari e presidente dell’Aisd (associazione italiana per lo studio del dolore) che ha presentato una relazione sulla “Gestione del dolore nella palpazione”.
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